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MondosaluteLombardia n.25
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MondosaluteLombardia n.25

[25] mag 2009

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Editoriale

di  - Presidente Aiop Lombardia

All’Aquila il terremoto distrugge in un minuto (fra l’altro) l’ospedale da poco costruito. Ospedale pubblico che più pubblico non si può!
Qualche sera dopo una trasmissione televisiva su Rai 3, dedicata alla Sanità, non perde occasione di parlare un po’ male del privato in Sanità. Tanto per non perdere l’abitudine.

Mi domando cosa sarebbe capitato se l’ospedale distrutto dal terremoto fosse stato privato. Meglio non pensarci. Ma la trasmissione di Rai 3 è interessante per un altro aspetto.
Ancora una volta è stata l’occasione per un duro attacco al sistema di finanziamento degli ospedali, utilizzando i DRG.
A questo punto, immagino, la maggior parte dei lettori volterà pagina. Perché, comprensibilmente, di questo argomento così specialistico e astruso non ha voglia di occuparsene.
Eppure, il problema riguarda tutti, perché a secondo di come viene finanziato un ospedale funzionerà bene o male, e questo è davvero importante per tutti quelli che lo devono utilizzare.
Cercherò di spiegarlo in poche parole.
Al mondo ci sono solo due modi di finanziare un ospedale.
Il primo, usato anche in Italia fino a 10 anni fa, è il famoso “pagamento a piè di lista” L’ospedale spende durante l’anno tutti i soldi che vuole, e alla fine qualcuno copre i costi e i debiti (qualcuno siamo noi con le nostre tasse, tanto per non illuderci)
Purtroppo gli ospedali finanziati “a piè di lista” si riempiono di dipendenti ma si svuotano di malati, che restano fuori in lista d’attesa.
Non è bello e non dovrebbe succedere, ma purtroppo succede sempre.
Il finanziamento a DRG, che in realtà si chiama “finanziamento a prestazione”, significa che l’ospedale riceve una somma di denaro (la tariffa) per ogni paziente effettivamente curato. Punto e basta. Se spreca sono problemi suoi. In questo modo le liste d’attesa scompaiono, il personale lavora, l’ospedale vive solo se soddisfa i bisogni dei propri pazienti.
Qualche medico può essere tentato di operare anche quando non è necessario? Può succedere, ma controlli interni e esterni possono ridurre al minimo questo rischio, e comunque il paziente ed il suo medico se ne accorgono e in brevissimo tempo i malati cambiano ospedale.
Perché allora molti rimpiangono il “piè di lista”?
Forse perché non c’è niente di più bello che poter disporre di denaro pubblico senza limiti. Ci si mette comodi e “paga Pantalone”.
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